PCTO e studenti con disabilità
Il fine dei percorsi di PCTO è quello di fare in modo che gli studenti possano acquisire, al di là delle conoscenze di base, delle competenze che potranno poi utilizzare nel mercato del lavoro. Per gli alunni con disabilità si terrà conto del tipo di deficit, della condizione psicofisica e del PEI.
I riferimenti normativi indicano quanto segue:
- D.L. 77/2005 (“Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola-lavoro, a norma dell’articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53”), art. 4 comma 5: "I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati, per i soggetti disabili, in modo da promuoverne l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro."
- D. Lgs. 66/2017, art. 7 comma 2: "Il PEI [..] definisce gli strumenti per l’effettivo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione."
Gli studenti con disabilità che hanno una programmazione equipollente alla classe (obiettivi minimi o personalizzati), perseguiranno nei percorsi di alternanza gli stessi obiettivi della classe, favorendo insieme all’acquisizione delle competenze, l’autonomia.
Per coloro che hanno una programmazione differenziata gli obiettivi dei PCTO si baseranno sull’acquisizione di competenze che permettano agli studenti di muoversi in piena autonomia nell’ambito familiare ma anche nel contesto sociale.
Nelle Linee guida del nuovo PEI, diffuse in seguito al Decreto interministeriale n. 182 del 29 dicembre 2020, la sezione 8.2 è dedicata ai Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, a partire dalla classe terza della scuola secondaria di secondo grado.
In questa parte, viene sottolineata l’importanza che ha per gli studenti il passaggio dalla scuola alla vita lavorativa adulta e il cui processo non va trascurato. In riferimento agli obiettivi del PCTO si condividono per gli studenti e studentesse con disabilità gli stessi elencati nel documento “I Piani Individuali di Transizione – Sostenere il Passaggio dalla Scuola al Lavoro” del 2006 a cura dell’European Agency for Development in Special Needs Education:
- Accrescere le chances del ragazzo di ottenere un lavoro adeguato;
- Collegare gli interessi, i desideri, le motivazioni, le competenze, le capacità, le attitudini e le abilità del ragazzo con i requisiti prescritti dalla professione, dal mondo del lavoro, dall’ambiente lavorativo e dalle aziende;
- Accrescere l’autonomia, la motivazione, l’autopercezione e la sicurezza del ragazzo;
- Creare una situazione vincente per il ragazzo e i suoi colleghi.
Tipologia di percorso
I percorsi previsti sono tre: aziendale, scolastico, altro. L’alternanza scuola-lavoro può essere differente a seconda se si tratta di licei o istituti tecnici/professionali. Saranno infatti le discipline studiate ad originare percorsi differenti.
L’esperienza in azienda è considerata più idonea per raggiungere gli obiettivi di crescita, alla base dei percorsi dell’alternanza, anche se in alcuni casi si potrebbero riscontrare delle difficoltà dovute ad esempio alla mancata presenza di una ditta veramente idonea o per particolari esigenze o difficoltà personali. Ricordiamo che può essere equiparata a un’azienda anche una struttura lavorativa protetta o assistita, destinata solo a persone con disabilità.
Nel caso di una esperienza di tipo scolastico, si realizzerà un ambiente di lavoro che dal punto di vista organizzativo (regole, orari, persone di riferimento…) e per le attività svolte (laboratori e altri spazi utilizzati) sia il più vicino possibile a quello aziendale, creando una discontinuità tra queste esperienze e le abituali attività scolastiche. Può essere opportuno organizzare l’attività in collaborazione con scuole vicine attraverso degli scambi, in modo da cambiare ambiente e persone di riferimento, proponendo attività diverse rispetto all’ordinaria routine scolastica.
La terza opzione (altra tipologia di percorso, quindi né in azienda né a scuola) va prevista in casi eccezionali, ad esempio in presenza di un progetto di istruzione domiciliare.
Impegno orario
Nell’organizzare l’orario dello studente con disabilità nel luogo del lavoro o della struttura ospitante, bisognerà tener conto delle sue capacità ad adattarsi al nuovo ambiente e ai relativi ritmi lavorativi, così come anche il suo modo di relazionarsi con le persone adulte che lavorano all’interno della struttura ospitante.
Tutor interno e tutor esterno
Particolare rilievo ha l’individuazione del tutor interno, nominato dal Dirigente scolastico che dovrà seguire lo studente con disabilità e che può essere identificato nel docente di sostegno o nell’assistente educatore, e quella del tutor esterno, aziendale o della struttura ospitante.
Compito del docente specializzato o dell’assistente educatore è quello di informare (con il consenso dei genitori/tutori) il tutor esterno sulle caratteristiche psicofisiche dello studente e delle sue determinanti nel rapportarsi con gli altri.
Di norma è il tutor esterno che alla fine del percorso, produce un report di valutazione e monitoraggio dei livelli di competenza raggiunti dallo studente con disabilità. I report del tutor aziendale saranno acquisiti dal Consiglio di classe per la valutazione dell’intero percorso di alternanza dello studente con disabilità.
Questi dati infine, saranno introdotti nel PEI, nella seconda parte del riquadro 8.4:
- OBIETTIVI DI COMPETENZA DEL PROGETTO FORMATIVO
- TIPOLOGIA DEL CONTESTO CON L’INDICAZIONE DELLE BARRIERE E DEI FACILITATORI nello specifico contesto ove si realizza il percorso
- TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ (es: incontro con esperti, visite aziendali, impresa formativa simulata, project work in e con l’impresa, tirocini, progetti di imprenditorialità ecc.) e MODALITÀ/FASI di svolgimento delle attività previste
- MONITORAGGIO E VALUTAZIONE
- COINVOLGIMENTO DELLA RETE DI COLLABORAZIONE DEI SERVIZI TERRITORIALI per la prosecuzione del percorso di studi o per l’inserimento nel mondo del lavoro
- OSSERVAZIONI DELLO STUDENTE O DELLA STUDENTESSA