Architettura come propaganda

 

Il 6 maggio 2021 alcune classi dell'Istituto U. Masotto hanno seguito in diretta sul canale YouTube dell’istituto il quarto incontro del progetto “Racconti dal passato” sul tema “Architettura come propaganda” del prof. Arch. Gianni Ciscato. L’architettura fu usata nel passato molto spesso in chiave propagandistica. Il termine propaganda viene declinato in diversi modi, ma una definizione che le si può dare è quell'azione che tende ad influire sull'opinione pubblica e i mezzi con cui viene realizzata. Nell'antichità molti utilizzarono l’architettura, ma Augusto fu colui che la usò in maniera sistematica, ordinata e lucida. Augusto ne fece uso per raccontare al suo popolo un nuovo modo di vivere la comunità. Per mettere in atto la sua progettualità e per conquistare i cittadini romani compì le azioni che Cesare non aveva portato a compimento: completò quindi il foro di Cesare e aggiunse una parte di città nuova, dove sorge il suo foro, il foro di Augusto, al quale si accedeva attraverso quello del suo maestro; si apre poi una grande piazza con al centro la sua statua celebrativa, sbilanciata verso il tempio, al centro del quale c'è l'altare, con le immagini di Marte, Venere e Giulio Cesare. Ai lati della piazza due corridoi laterali che ospitano le statue dei summi viri, i personaggi più importanti della storia di Roma, e alla fine di questi due esedre, con Enea e Romolo. Tutto questo celebrava sia Augusto sia la storia di Roma.

Successivamente il relatore ha approfondito alcuni periodi storici di grandi cambiamenti in cui la propaganda in architettura fu usata ampiamente. Uno dei più celebri architetti del Seicento è Bernini, creatore della Piazza di Spagna a Roma e del Palazzo di

Propaganda Fide usato per divulgare la fede. Bernini seguì gli stili principalmente classici. Venne sostituito poi da Borromini, definito “pazzo” per il suo stile architettonico che sconvolse la tradizione classica, con semi colonne dal capitello anticlassico, ombre profonde, architravi stondati e timpani spezzati. Un altro fondamentale periodo è il Novecento, l’epoca dei totalitarismi. Un esempio emblematico si ebbe durante l’Expò parigino del 1937 in cui il padiglione sovietico e tedesco furono messi a confronto.

Nell’epoca del fascismo le dimensioni monumentali delle architetture vennero sempre più incrementate. L’architetto principale fu Piacentini che realizzò architetture in grado di disorientare l’osservatore con la loro monumentalità e imponenza. Un'opera molto importante fu quella realizzata per Roberto Sarfatti, un giovane caduto in battaglia durante la prima guerra mondiale, la cui madre incaricò l’architetto Terragni di creare un monumento, simile ad un altare, in memoria del figlio, che possiamo ammirare sull’Altopiano di Asiago.

L’incontro si è concluso parlando del nazismo, un periodo in cui l’architettura venne usata per diffondere l’ideologia politica e celebrare la grandezza e la potenza della nazione, seguito poi dalle domande e riflessioni di studenti e docenti e i ringraziamenti della prof.ssa Veronica Melis.

Sara Bressan e Letizia Muraro - classe 3AS